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Leggo dai quotidiani del 1 giugno che solo 2 Comuni sui 35 previsti, mentre i comuni della provincia di Agrigento sono però 43 come ben si sa e di seguito dirò degli 8 mancanti, tra cui Licata, hanno dato il via libera, purtroppo senza modifiche, allo statuto della società consortile che dovrebbe andare a gestire il servizio idrico in provincia di Agrigento. Mai la fretta e la superficialità fu peggiore consigliera!

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Ricordo che a fine marzo avevo lanciato l’allarme sulla ulteriore perdita di opportunità per i nostri territori rappresentata dalla prossima liquidazione del “Consorzio Tre Sorgenti” causata dalla avviata cessione delle reti da parte di un commissario regionale nominato a fronte della incapacità dei sindaci Galanti e Di Ventura, rispettivamente di Licata e Canicattì, che detengono oltre il 50% delle quote, di dare una governance con la nomina di un cda, forte ed autorevole, al fine di assicurare un corretto ed equo servizio di gestione idrica ai comuni interessati secondo il principio “dell’acqua pubblica”.”

Lo dichiara il deputato regionale l’On. Carmelo Pullara capogruppo popolari e autonomisti all’Ars.

A seguito del mio allarme fui aggredito, anche sul piano personale dai due Sindaci, Di Ventura & Galanti, e ciò per la colpa – spiega Pullara ‐  di avere sollevato una problematica di così tanta gravità la cui responsabilità è da addebitare ad entrambi, che prima  hanno cercato di gestire il consorzio Tre Sorgenti, con nomine poi conclusesi con quasi immediate dimissioni ovvero di soggetti che nemmeno ne erano a conoscenza e, poi, evidentemente, non riuscendoci o non essendo capaci a fare ciò che forse si erano prefissati, hanno deciso di mollare il consorzio al proprio destino verso un  commissariamento che è preludio dello scioglimento.

La mia teoria, a differenza di quanto posto in essere dai due Sindaci, aggravato oggi dal Comune di Licata con l’approvazione dello statuto di cui sopra, di mantenere in vita il “Consorzio Tre Sorgenti” appare perfettamente in linea con la gestione in House del servizio idrico anche in virtù del fatto che l’Ati stessa ha concesso tale beneficio ad 8 comuni, gli 8 mancanti all’appello di cui sopra (S.Stefano di Quisquina,Menfi,Bivona,Burgio,Cianciana,S.Margherita Belice,Alessandria della Rocca e Cammarata). Corretto secondo me e quindi, perché non farlo anche con i due consorzi già esistenti, il “Tre Sorgenti” ed il “Voltano”?!

Fermo restando quanto sopra per parte mia ho continuato a seguire le vicende attraverso il commissario regionale nominato per la cessione giungendo a mio avviso ad un risultato importante, quello di bloccare l’iter per la cessione delle reti all’ATI. Infatti, la stessa ATI  a sua volta avrebbe dovute cedere, sorgenti-reti-gestione, a Girgenti Acque oggi commissariata. Pertanto si è stabilito che le reti verranno cedute dal “Tre Sorgenti” e dal “Voltano”  dopo che verrà attivata la società consortile di gestione che si sostituirà a Girgenti Acque. Orbene io la mia parte, forse ben oltre direi, l’ho fatta e ciò nel silenzio ed inerzia di tutti.

Ora cosa servirebbe?! Dare una governance forte ai due consorzi, “Tre Sorgenti” e “Voltano”, ove in quest’ultimo già non esistente, con presidenti autorevoli e conoscitori dei territori, ed i sindaci dei comuni ed i consigli comunali inseriscano nell’atto costitutivo e statuto della società consortile in approvazione che il consorzio Tre Sorgenti ed il Voltano all’interno della stessa nuova consortile continuino a gestire le reti e sorgenti di appartenenza, nonché anche altro secondo il sistema delle holding con le partecipate. Ecco così si salverà il sistema dell’acqua pubblica. Io ciò che ho ritenuto l’ho fatto!!!!!

Ora la parola alla politica locale, sindaci e consigli comunali. Attendo ed auspico -conclude Pullara -che il territorio non venga depauperato di altre realtà ed opportunità!!!

comunicato stampa