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Finanziaria 2020, oltre 1 miliardo di fondi extra bilancio non spesi dalla Giunta Musumeci, Sindaco De Luca (Messina): “Occuperò i palazzi palermitani per evitarlo, sono somme per il rilancio della Sicilia”

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Messina, 23/04/2020: Con la sentenza n. 62/2020 discussa in termini conclusivi il 15 gennaio scorso, depositata il 10 di aprile e pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15 aprile scorso, la Corte Costituzionale conferma quali sono i confini della leale cooperazione tra i vari livelli Istituzionali ovvero nei rapporti tra lo Stato, la Regioni e gli Enti Locali. Nella sostanza fa riferimento all’impugnativa che il primo Governo Conte, nel luglio del 2018 fece nei confronti di gran parte della Legge finanziaria della Regione siciliana. Tali fondi (404,5 milioni di euro) adesso sbloccati, sono stati stornati dalla Giunta Musumeci, che nell’attuale discussione della legge finanziaria, all’art. 5 chiede al Parlamento di utilizzarli per fronteggiare l’emergenza da Covid-19, nonostante ci sia oltre 1 miliardo di euro di fondi extra bilancio ancora non spesi e non programmati dalla legge di stabilità in discussione.

“Non è vero che questi soldi sono l’unica ancora di salvezza per tamponare l’emergenza da Covid-19. Per questo ci sono altre risorse, e avrò modo di dimostrarlo. Nel caso specifico, per esempio, è da due anni che esistono 404,5 milioni di euro di fondi extra bilancio da me individuati e adesso sbloccati dalla Corte dei Conti. Il periodo era il 2018, quando ero parlamentare all’ARS e componente della Commissione bilancio. Parlo dunque con cognizione di causa perché partecipai assiduamente alle sessioni dei lavori di redazione nell’aprile dello stesso anno. Presentai migliaia di emendamenti, studiato tutte le carte, tutti i capitoli e facendo un’amara scoperta: miliardi di euro non spesi chiusi nei cassetti. Erano somme afferenti i cosiddetti ‘fondi extra bilancio’. In quell’occasione individuai circa 1,8 miliardi di un filone che riguardava una di queste dotazioni finanziarie, il cosiddetto Programma operativo complementare (POC), suddiviso in 11 assi strategici che toccano diversi finalità – formazione, infrastrutture, ambiente, turismo, beni culturali etc. Si tenga conto che il bilancio regionale è scassato. In quella legge di stabilità ho aperto tale cassetto celato per prelevare 404,5 milioni da inserire nella legge finanziaria 2018. Come li ho prelevati? Formalizzando in Commissione bilancio una serie di emendamenti con l’accordo di altri deputati, del Presidente Savona e del Presidente Micciché, in un grande articolo – omnibus – il 99, entrato a far parte della finanziaria di quell’anno, definito sotto il nome di ‘Interventi nell’ambito della programmazione regionale unitaria’. Con tale articolo 99, che ripeto valeva 404,5 milioni, erano previsti a una serie di interventi specifici valevoli su tutto il tessuto siciliano, anche quello messinese”. Così afferma il Sindaco di Messina, Cateno De Luca.

Le somme erano così articolate:258 milioni per il Poc; 144,5 milioni Fsc; 1 milione Po Fesr; 1 milione Po Feap.

“Tale articolo fu avversato sin dagli albori – continua il Primo cittadino – in modo particolare dal M5S e nella fattispecie dall’allora capogruppo Valentina Zafarana, deputata messinese che per gelosie locali ha condotto una guerra nei miei confronti. Non le importava nulla che parte di tali somme – quasi 100 milioni – era destinata a Messina come compensazione per ciò che negli anni le era stato rubato. Questa è storia: il Governo a trazione cinquestelle a luglio del 2018 ha impugnato l’articolo 99, su input dei grillini siciliani. Su questo non c’è dubbio. A distanza di 2 anni dal pronunciamento e per i quali 404,5 milioni sono stati congelati per mera gelosia, solo per la caccia all’uomo, la Corte dice che in tale articolo non c’era nulla da impugnare, non è stato ravvisato nulla che meritasse l’ostruzionismo da parte sia di deputati regionali che del governo nazionale. A causa di una schifosa azione portata avanti dal delirio dei cinquestelle siciliani, il primo Governo Conte, ha leso si il principio di leale cooperazione istituzionale”.

“Hanno dovuto ingoiare un boccone amaro, terribile – aggiunge il Sindaco peloritano – Resta però l’amarezza che per quasi due anni queste somme sono ferme, mentre potevano godere di miglior sorte, specie per Messina, alla quale di questi erano destinati 100 milioni.Non contenti, ora che si è diffusa la notizia che la Corte costituzionale ha dato ragione a De Luca o meglio al buon senso per la Sicilia, cosa è successo? Nel momento in cui la sentenza è depositata, l’attuale Governo Musumeci che immediatamente doveva far valere i diritti dei siciliani a Roma, perché si tratta di fondi scippati al territorio, cosa fa? Il 10 aprile scorso approva la legge di stabilità, in cui all’art. 5 si specifica che la Regione è autorizzata all’utilizzo dei fondi extra bilancio e le somme del POC 2014/2020 ancora non vincolate, per contrastare gli effetti del Covid-19. In sostanza chiede al Parlamento il mandato a riprogrammare tutto, abrogando le leggi che sono in contrasto con questo mandato. Cosa significa? Che norme come l’art. 99 da me redatto per la finanziaria del 2018, che è stato impugnato da Conte ma giudicato ineccepibile dalla Consulta, possono essere azzerate. Quindi la Giunta, nonostante la sentenza della Corte che giudica vitali tali somme per la Sicilia, con un colpo di spugna li cancella?”.

“Devo essere chiaro – conclude il De Luca – da oggi io mi trasferisco a Palermo sino a quando la Legge di stabilità non sarà approvata quantomeno in Commissione Bilancio all’Ars e questi 404,5 milioni siano legittimamente restituiti ai siciliani. Occuperò tutti i palazzi: guai se si tenti l’ennesimo scippo al territorio tali. Che ci sia qualche vendetta in corso da parte del Governo regionale? A pensar male alle volte ci si azzecca. Intanto io trasferisco la mia dimora a Palermo perchè la palla è passata la Parlamento. Agli amici dei cinquestelle dico infine: questa è l’occasione per dimostrare al territorio che dinanzi a tali nefandezze non c’è colore politico. Vi invito a dare una mano affinché si difenda tale norma non solo per Messina ma anche e soprattutto per l’intero territorio regionale. Questi sono solo una parte dei soldi non spesi. In Sicilia andrebbero ghigliottinate intere classi politiche, interi burocrati. Ora per l’emergenza Covid dovrebbero prendere tali soldi da destinare al rilancio del territorio? Vi dico io dove trovare i fondi per l’emergenza sanitaria. Se metto piede a Palazzo d’Orleans, mi basterebbero pochi minuti per trovare un cassetto dove sono riposti almeno altri 800 milioni non spesi. Lo apriamo e lo destiniamo a tutte le finalità che abbiamo discusso. Questo non è scontro politico è quando un sindaco e rappresentante di un popolo non accetta supinamente che chi sta sopra di lui si comporti in maniera indegna nei confronti del territorio”.

Di seguito le somme include nell’art. 99 della Legge di stabilità 2018, giudicato ineccepibile dalla Corte Costituzionale

20 milioni di euro

per l’emergenza idrica messinese – per un mese la città rimase senza acqua nel 2015, avendo un sistema colabrodo.

10 milioni di euro

per l’abbattimento barriere architettoniche – 5 ai privati e 5 agli enti pubblici, valevoli però per tutta la Sicilia.

3 milioni di euro

per i presidi ospedalieri ricadenti nelle zone ad alto rischio ambientale, come nel nostro caso Milazzo o Gela;

25 milioni di euro

per bonificare l’area ex Sanderson di Messina – ettari ed ettari di veleni nel centro abitato che riguardano il famoso sogno di una Sicilia industriale che ci lascio morti, feriti e per l’appunto veleni.

40 milioni di euro

per la baraccopoli di Messina, la più grande d’Europa, una vergogna della politica locale e nazionale, in cui si trovano intere famiglie con bambini e anziani costretti a vivere tra fogne a cielo aperto, topi e amianto da più di un centennio.

50 milioni di euro

per il piano straordinario per l’eliminazione in ambito regionale dell’amianto, il quale è causa di asbestosi, una malattia polmonare causata dalle inalazioni delle polveri di asbesto, per l’appunto l’amianto.

20 milioni di euro

per realizzare rifugi sanitari – con un’attenzione particolare per la lotta al randagismo, dando accoglienza a quello che sono animali domestici abbandonati;

24 milioni di euro

per il risanamento dei centri storici – ambientali e monumentali

13 milioni di euro

per gli impianti sportivi

9,5 milioni di euro

per la redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo e per la redazione dei piani regolatori generali perchè non avendo i comuni i fondi per poter fare tali pianificazioni, sono molto indietro, causando la proliferazione dell’abusivismo senza poter valorizzare il territorio.

25 milioni di euro

per la riqualificazione di quelli esistenti

20 milioni di euro

per la realizzazione di un fondo di progettazione per tutti i comuni della Sicilia

50 milioni di euro

per realizzare il mio sogno: i ‘villaggi del dopo di noi’, per ospitare tutti i fratelli speciali che perdono i loro parenti, uno per ogni città della Sicilia.

10 milioni di euro

per la riqualificazione di tutti i contesti territoriali che hanno ottenuto il riconoscimento da parte dell’Unesco.

50 milioni di euro

per la riqualificazione di tutte le Chiese siciliane

1 milione di euro

per promuovere le start-up fatte dai giovani siciliani

1 milione di euro

per trasformare i nostri pescherecci in strutture in cui praticare anche pesca turistica;

5 milioni di euro

per giovani laureati siciliani che volevano specializzarsi all’estero, per contratti di apprendistato e per incentivare gli culturali

500 mila euro

per la riqualificazione della Fornace Penna a Scicli

Ufficio Stampa Cateno De Luca