Messina, 28/08/2020: “Circa tre ore fa tutti i migranti che ieri hanno terminato la quarantena – i cui tamponi hanno dato esito negativo – sono stati trasferiti altrove. Sono soddisfatto perché dopo la mia ordinanza del 18 luglio scorso, attraverso un percorso di scontro-confronto con la Prefettura, abbiamo raggiunto quanto promesso. Ecco perché oggi da Bisconte possiamo pianificare una nuova fase per la struttura d’accoglienza. Sì perché è mio intento chiedere che sia assegnata al demanio comunale, in modo da riqualificarla e offrire nuovi servizi al territorio. La procedura sarà avviata già dalla prossima settimana. Non siamo d’accordo che l’edificio sia nuovamente destinato a centro di accoglienza per migranti. Detto ciò, però, non possiamo neanche permettere che i padri di famiglia che ci lavorano siano trasformati in disoccupati. Lo svuotamento della struttura comporterà la loro ricollocazione lavorativa. Non è mia competenza perché la regia è incardinata presso le Prefettura, ma il mio augurio è che non siano lasciati soli”. Così afferma il sindaco di Messina, Cateno De Luca dalla caserma di Gasparro a Bisconte a seguito dello svuotamento dei locali.
“Quello delle unità lavorative – continua il Primo cittadino – non è un aspetto secondario. In Sicilia, aldilà di tutto c’è un dato che va letto nella sua crudezza. Una delle fonti di lavoro di tanti cittadini riguarda le politiche sui migranti. Oggi lavorano circa 7 mila soggetti in tali strutture; chi ha disposto la chiusura di tutti gli hotspot regionali mediante un’ordinanza farlocca si è posto il problema di tali lavoratori? Le campagne elettorali sui migranti in Sicilia non servono. Tolti i migranti cosa rimane: la stessa Regione più 7 mila disoccupati. Nella miseria eravamo, siamo e saremo se continua tale gestione. Da persona responsabile è giusto fare una disamina complessiva”.
“Sull’ordinanza di Musumeci – incalza De Luca – mi permetto inoltre di dire: chi è che sa quanti migranti ci sono in Sicilia? Quanti posti abbiamo autorizzato nei vari centri di accoglienza e hotspot? Questi dati andavano inseriti nell’ordinanza regionale. Questo perché in Sicilia abbiamo una quota limite di migranti oltre la quale si diventa abusivi, così come le strutture deputate all’accoglienza. Quante sono provviste di autorizzazioni e concessioni edilizie? Sono sicuro infatti che molti hotspot sono abusivi perché non autorizzati. È inutile dunque far girare sui social i video delle condizioni disumane in cui versano i migranti. Sarebbe stato più opportuno specificare quanti sono di nostra competenza perché tutto il resto è abusivo. Questi sarebbero stati argomenti validi per non permettere la sospensione del Tar, il quale ha agito perché non c’era uno straccio di istruttoria a supporto dell’ordinanza che giustificasse la chiusura di tutto”.
“I migranti non sono carne da macello – conclude il Sindaco Peloritano. Ecco il secondo aiuto che offro al presidente Musumeci: queste strutture chi le gestisce? Lo Stato. Il primo crimine compiuto da chi ci governa a Roma è dunque proprio questo: avere permesso che nei centri di accoglienza non ci fosse un controllo, facendo entrare nelle strutture un numero di migranti superiore alla quota destinata alla Sicilia e non rispettando le misure anti-covid. Ministro Lamorgese, tutto ciò è forse stato permesso perché sono neri e non meritevoli del patrocinio della legge? Presidente Musumeci, faccia i dovuti accertamenti, utilizzi i suoi uomini delle Asp territoriali e dei tecnici, affinché acquisiscano sia i dati circa il numero dei migranti rispetto la quota destinata alla Sicilia che l’idoneità dei locali attraverso le concessioni edilizie. Ancora lo può fare, dia un senso ad un’ordinanza che non sia un mero spot elettorale per qualche altro leader politico nazionale, ma abbia veramente a cuore sia i siciliani che i poveri migranti. Gli argomenti seri sono questi. La comunità di Bisconte ha reagito contro questa struttura non per razzismo, ma perché continuamente avevano le case invase dai migranti. Ecco la mia presa di posizione in questi mesi. Ecco perché senza elementi istruttori che giustificano l’ordinanza, la stessa per me è carta igienica. Da qui la presa di posizione del Tar. Un conto è la competenza statale in tali strutture, un conto è invece la violazione delle norme edilizie e della sicurezza anti-covid che un Sindaco e un Presidente di Regione possono far valere, cosa che invece Musumeci nella sua ordinanza non ha fatto, rendendola monca e con evidenti lacune di forma. Non ci dobbiamo stupire del rigetto”.
Ufficio Stampa Cateno De Luca